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Titolazioni

Nel nostro parco abbiamo deciso di omaggiare alcuni personaggi che hanno inciso la storia, non soltanto italiana, ma anche mondiale, dedicandogli degli alberi

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PINA BAUSCH

Philippine Bausch detta Pina è stata una coreografa, ballerina e insegnante tedesca.

Inizia la carriera artistica da adolescente, esibendosi in piccoli ruoli di attrice nel teatro di Solingen.  Nel 1973 fonda il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, cambiando nome al già esistente corpo di ballo di Wuppertal. Il Tanztheater Wuppertal indica un preciso progetto artistico che include elementi recitativi, come l'uso del gesto teatrale e della parola, con precise finalità drammaturgiche. 

Gli spettacoli della Bausch riscuotono fin da principio un indiscusso successo, accumulando riconoscimenti in tutto il mondo. Le prime opere sono animate da una dura critica alla società consumistica e ai suoi valori, le opere più mature approfondiscono sia il contrasto uomo-società, sia la visione intima della coreografa e dei suoi danzatori, che sono chiamati direttamente ad esprimere le proprie personali interpretazioni dei sentimenti.

 Pina Bausch muore di cancro il 30 giugno 2009 all'età di 68 anni.


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VITTORIO BETTELLONI

Un altro personaggio molto famoso e rinomato nel mondo della letteratura è Vittorio Betteloni. Vittorio nacque nella nostra città, Verona, nel 1840 ed iniziò a scrivere i primi versi già dall’età adolescenziale anche con l’incoraggiamento del padre. Dopo il suicidio del padre, il ragazzo venne affidato al poeta Aleardo Aleardi che lo formò e lo iscrisse alla facoltà di legge dell’Università di Padova. Proseguì gli studi a Torino e li concluse a Pisa, laureandosi nel 1862.

 Vittorio si appassionò delle letterature inglesi e tedesche, dalle quali tradusse l’opera “Nerone”. Dopo essere tornato a Verona strinse una forte amicizia con il poeta Carducci e iniziò a insegnare letteratura italiana nel nostro prestigioso collegio.

Morì a Verona nel 1910 nella villa che porta ancora il suo nome, nella frazione veronese di Castelrotto nel comune di San Pietro in Cariano. Non si poteva non dedicare almeno un albero a un personaggio che ha dato un tale contributo al territorio e all’istituto.

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PAOLO BORSELLINO

Paolo Emanuele Borsellino nacque a Palermo il 19 Gennaio 1940, nel suo quartiere conobbe, già in infanzia, Giovanni Falcone.  Studiò alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Palermo. 

Nel 1963 Borsellino partecipò a un concorso per entrare nella magistratura italiana; divenne il più giovane magistrato d'Italia. Nel 1975 Borsellino lavorò presso l'Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, continuando l'indagine sui rapporti tra i mafiosi di Altofonte e Corso dei Mille cominciata dal commissario Boris Giuliano (ucciso nel 1979), lavorando con il capitano Basile. Il 4 maggio 1980 il capitano Basile venne assassinato e fu decisa l'assegnazione di una scorta alla famiglia Borsellino.

Il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino recandosi insieme alla sua scorta dove vivevano sua madre e sua sorella, una Fiat 126 imbottita di tritolo, detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i cinque agenti di scorta.

Abbiamo quindi scelto di dedicare un albero del Parco dei Valori ad un uomo coraggioso, tutt’oggi esempio e simbolo di legalità e amore per il proprio paese. Un uomo che ha perso la vita per combattere ed eliminare la mafia, un uomo giusto e valoroso.


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MARIA CALLAS

Maria Callas, fu indiscussa regina della lirica, nata con tutta probabilità il 2 dicembre del 1923 a New York.

Coltiva la passione per il bel canto anche quando la madre, dopo il divorzio, decide di ritornare in Grecia, portando la ragazza con sé. Nel 1937 entra al Conservatorio di Atene e, contemporaneamente, si perfeziona nel greco e nel francese. I primi successi arrivano proprio in Grecia: "Cavalleria Rusticana" nel ruolo di Santuzza e poi "Tosca". La Callas ha comunque nel cuore New York, raggiunge così il padre.

Il 27 giugno 1947, si trasferisce in Italia dove stringe amicizie importanti, fondamentali per la sua carriera e la sua vita. Nuovi amori, nuove passioni entrano nella vita della Callas. L'italia non è l'unica patria d'elezione del celebre soprano. Trionfi e consensi entusiasti si susseguono in tutto il mondo, la sua voce incanta, commuove, stupisce. Il 1959 è l'anno della rottura con il marito e in cui conosce l'armatore greco Aristotele Onassis. Dalla loro unione nasce un bambino, Omero. Dopo il 1964 inizia il declino della cantante. Muore il 16 settembre 1977 a soli 53 anni. Rimangono ancora però le incisioni della sua voce, che ha dato vita in modo unico a tanti personaggi tragici e infelici.


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RENATO DULBECCO

Abbiamo scelto di dare una titolazione a una figura delle Scienze particolare, Renato Dulbecco. Renato Dulbecco fu un personaggio chiave nel Progetto “Genoma” perché fu lui che lanciò questa progetto internazionale, quindi progetto molto grande che metteva insieme tutte le nazioni sullo studio del DNA e in modo particolare sul sequenziamento di quest’ultimo. All’Italia venne dato l’incarico di seguire il sequenziamento del primo cromosoma, che tra l'altro poi si dimostrò nel tempo con le scoperte che andarono avanti sul sequenziamento del DNA che fosse il cromosoma più ricco di geni e se vogliamo anche quello un po' più complicato.

Dulbecco, figura italiana nata in Calabria si trasferì con la sua famiglia in Liguria e a 16 anni si iscrisse all'Università di Torino dove si laureò. Successivamente da Torino cominciò a viaggiare attraverso progetti di ricerca all'estero, fino a raggiungere gli Stati Uniti dove successivamente morirà. Per quanto lui racconta dalla sua esperienza riguardante gli studi scientifici, spiega che prima di tutto è stato molto fortunato perché potè incrociare figure che poi in futuro si distinsero nelle scienze. Dulbecco disse che il suo arricchimento proveniva dal fatto che viaggiò tanto e incrociò gruppi di ricerca completamente diversi. Questa interdisciplinarietà per lui fu motore poi per lanciare il progetto di ricerca cosiddetto “Genoma” verso la fine degli anni 80 (1986) con successiva conclamazione nel 2000.

Con il progetto si riuscì a conoscere e comprendere le sequenze dei nostri cromosomi. Successivamente il progetto “Genoma” diventò il trampolino di lancio per i successivi progetti. Adesso conoscere qual è la sequenza del DNA è fondamentale perché mostra i confronti con le altre specie. Grazie agli studi sul progetto sono stati fatti importanti avanzi nel settore della farmacologia, con i farmaci personalizzati.

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GIOVANNI FALCONE

Giovanni Salvatore Augusto Falcone è stato un’ispirazione per molte persone non solo in tutta Italia ma nel Mondo nella lotta alla Mafia, e come lo è stato per loro lo è tutt’ora anche per noi dell’Educandato Agli Angeli, meritandosi una titolazione nel Parco dei Valori.

È nato nel 1939 a Palermo in una famiglia molto benestante, tant’è vero che il padre Arturo era il direttore del laboratorio chimico di igiene e profilassi della stessa città, mentre la madre era figlia di un rinomato ginecologo.  Conobbe nel corso delle elementari giocano a calcio Paolo Borsellino, suo futuro ed inseparabile collega e durante le medie ebbe a che fare con numerosi ragazzi che avrebbero fatto parte della Malavita di Palermo. Per laurearsi in ingegneria decise di far parte dell’Accademia Navale e frequentare i corpi tecnici ma venne assegnato allo Stato Maggiore, così lo lasciò e seguì sua sorella in Giurisprudenza, appassionandosi fin da subito. 

Durante la sua vita abbracciò il comunismo di Berlinguer ed ebbe 2 mogli, Rita Chinnici e Francesca Morvillo.  Entrò nel Pool Antimafia nel 1984, composto da quattro magistrati, tra cui Borsellino; collaborò molto con l’FBI e la Dea, venendo continuamente bersagliato e pugnalato alle spalle da amici,colleghi magistrati e politici. Il suo più grande successo fu il Maxiprocesso di Palermo,che ripulì di molto la città dalla mafia. 

Morì assieme alla moglie Francesca ed ad altri 3 agenti scelti che lo scortavano nella fatidica strage di Capaci, causata dall’esplosione di una tonnellata di tritolo.

Non sono mai stati dimenticati i suoi sforzi ed il suo coraggio nel suo lavoro.

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GIOVANNI FINCATO

Giovanni Fincato nacque in un paesino Veneto chiamato Enego, il 3 ottobre del 1891. Giovanni è stato un militare e partigiano italiano. Pluridecorato ufficiale del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, partecipò anche alla seconda. Dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 entrò nella Resistenza Veneta, e fu ucciso dai fascisti dopo due giorni di torture a Verona nel 1944. Fu decorato con la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Tra i vari riconoscimenti a lui dedicati possiamo trovare varie strade e vie che portano il suo nome nelle città di Verona, Vicenza, Padova ed Enoga. Giovanni fu un protagonista della resistenza anti-fascista/nazista a Verona, dove combatté con valentia e accolse ebrei salvandoli dalla morte; al seguito di una battaglia nella periferia della città venne catturato e torturato brutalmente per mesi fino all’arresto del suo cuore. Gli fu data la Medaglia d’oro al valor militare per aver resistito alle torture fasciste senza confessare.

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ROSALIND FRANKLIN

Rosalind nacque a Kensington (Londra) il 25 luglio 1920 ed è stata una chimica e cristallografa a raggi X che ha dato contributi fondamentali per la comprensione della struttura molecolare di DNA, RNA, virus, carbone e grafite.

Franklin è meglio conosciuta per il suo lavoro sulle immagini di diffrazione a raggi X del DNA che ha portato alla scoperta della doppia elica del DNA. I suoi progetti inediti mostravano che aveva di fatto individuato la generale B-forma dell'elica del DNA. Tuttavia il suo lavoro è stato pubblicato terzo nella serie dei tre articoli Nature articles, preceduto da quelli di Watson e Crick, e il suo contributo appare come un sostegno alla loro tesi.

Per tali ricerche, Watson e Crick hanno ricevuto il premio Nobel, ma il lavoro di Franklin non ha avuto grandi riconoscimenti. Dopo aver terminato la sua parte di lavoro del DNA, Franklin ha condotto un lavoro pionieristico sul mosaico del tabacco e sul virus della poliomielite. Morì a Chelsea (Londra) il 16 aprile 1958 a 37 anni per le complicazioni derivanti da un cancro.

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IL FUCILATO IGNOTO

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nell’ex-bunker nazista situato all’interno dell’ Educandato Agli Angeli furono ritrovati dei proiettili disposti in modo tale da lasciar pensare ad una fucilazione da parte dei nazisti contro un ipotetico prigioniero di guerra.

Il malcapitato venne soprannominato come “Il fucilato ignoto”, in quanto non si conosce la sua identità e non si ha una sicurezza e fonte storica attendibile di questa esecuzione all’interno della struttura.

ll fucilato ignoto al giorno d’oggi rappresenta un simbolo di ricordo, memoria e rispetto, per tutti gli innocenti giustiziati durante la guerra.

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AI GIUSTI DELL'UMANITA'

Il concetto di Giusto è nato con il memoriale di Yad Vashem di Gerusalemme per ricordare i non ebrei che sono andati in soccorso degli ebrei. Una figura che diventa patrimonio di tutta l’umanità. Il termine non è più circoscritto alla Shoah, ma diventa un punto di riferimento per ricordare quanti in tutti i genocidi e totalitarismi si sono prodigati per difendere la dignità umana.

A queste straordinarie figure dedichiamo uno degli alberi presenti nel parco in modo tale che vengano ricordati loro e le loro gesta.

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RITA LEVI MONTALCINI

I motivi per cui abbiamo scelto Rita Levi Montalcini sono evidenti. Rita Levi-Montalcini è stata una neurologa, accademica e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986. Negli anni cinquanta con le sue ricerche scoprì ed identificò il fattore di accrescimento della fibra nervosa, noto come NGF, e per tale scoperta è stata insignita nel 1986 del Premio Nobel per la medicina. Insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze.

Il 1º agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale" È stata socia nazionale dell'Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della scienza. Nel periodo della sua giovinezza incontrò Renato Dulbecco (Al quale abbiamo dedicato un altro albero del nostro parco) col quale instaurò una grande amicizia.

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ANTONIO MEGALIZZI

Si è deciso di dedicare un albero in onore al giovane giornalista deceduto Antonio Megalizzi. Antonio era un giovane di appena 29 anni, che mentre si trovava a Strasburgo durante le vacanze natalizie del 2018, fu vittima di un attentato nel quale subì una ferita mortale da arma di fuoco alla base del collo. Megalizzi la mattina lavorava nella radio universitaria e al pomeriggio frequentava i corsi della sua facoltà.

Quell’11 dicembre Antonio era a Strasburgo per seguire l'assemblea plenaria del Parlamento europeo da volontario di Europhonica, primo format radiofonico universitario internazionale che segue le attività dell'Europarlamento. La sua figura è simbolo della libertà di espressione e di parola e quindi si è voluto rendergli onore, sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista umanitario.

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JAN PALACH

Jan Palach è nato a Praga nel 11 Agosto 1948 e morto a Praga nel 19 Gennaio 1969.

È stato un patriota cecoslovacco divenuto simbolo della ribellione anti-sovietica.

Dopo il crollo del comunismo e la caduta del Muro di Berlino, la sua figura fu rivalutata: nel 1990 il presidente Václav Havel gli dedicò una lapide per commemorare il suo sacrificio in nome della libertà, posta in piazza San Venceslao, a Praga. Nel 1989 gli venne intitolata la piazza nel centro di Praga fino ad allora dedicata all'Armata Rossa. Molte associazioni studentesche, anche di sinistra, lo ricordano come una persona morta in nome dei suoi ideali, e non sono pochi i circoli di giovani dedicati a Jan Palach.

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ALLE DONNE

Una panchina verniciata di rosso, dalle classi medie della scuola, è stata inaugurata nel 2017 per promuovere la cultura della parità di genere e favorire l’affermazione dei diritti degli uomini e delle donne, contro ogni tipo di odio e di violenza e incentivare i ragazzi a una riflessione sulla figura della donna nella nostra società.


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LUIGI PIRANDELLO

Luigi Pirandello si trova come titolazione per un albero nel parco dei valori grazie innanzitutto al suo premio Nobel per la letteratura del 1934.  Genio ed artista della letteratura italiana,è stato poeta, scrittore e tra i più importanti drammaturghi del XX secolo. 

Ha regalato all’Italia ed al mondo quaranta drammi, fantasiosi racconti brevi e stupende novelle, in italiano e siciliano.  A partire dal 1922 si dedicò solo al teatro, e durante la sua vita condivise alcune idee fasciste,mentre nei momenti di crisi l’unica idea politica di fondo di cui era sicuro era il gran patriottismo Garibaldino della famiglia. 

Morì nel 1936, e secondo le sue volontà venne cremato senza alcuna cerimonia funebre, nonostante il regime fascista volesse volesse le esequie di stato.

Più tardi il futuro scrittore Andrea Camilleri sarebbe riuscito a far spargere secondo le sue volontà le ceneri dello scrittore nella casa natale in contrada Caos .


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GIULIO REGENI

Regeni nacque a Trieste il 15 gennaio 1988 e cresciuto a Fiumicello (in provincia di Udine). Vinse due volte il premio "Europa e giovani" (2012 e 2013), al concorso internazionale organizzato dall'Istituto regionale studi europei, per le sue ricerche ed approfondimenti sul Medio Oriente. Dopo aver lavorato presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, stava conseguendo un dottorato di ricerca presso il Girton College dell'Università di Cambridge e si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani presso l'Università Americana del Cairo.

Il suo omicidio di Giulio Regeni è stato commesso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. Giulio venne rapito il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir; venne ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.

Le condizioni del corpo, ritrovato vicino al Cairo in un fosso lungo l'autostrada per Alessandria, mostrarono evidenti segni di tortura che si ipotizzò fosse in relazione con i legami che Regeni si supponeva avesse con il movimento sindacale che si opponeva al governo del generale al-Sīsī, legami che tuttavia non sono mai stati provati.

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EMILIO SALGARI

Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgàri (Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911) è stato uno scrittore italiano di romanzi d'avventura. Nacque a Verona nel 1862 da madre veneziana Luigia Gradara e padre veronese, Luigi Salgari, commerciante di tessuti presso Porta Borsari. A Verona intraprese l'attività giornalistica e svolse un'intensa attività con gli pseudonimi Ammiragliador ed Emilius. Due anni dopo diventò redattore de L'Arena.  Ma la mole di lavoro lo portò ad un esaurimento nervoso, che fu dovuto soprattutto alla fatica e alla stanchezza. 

«La professione dello scrittore dovrebbe essere piena di soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato al mio tavolo per molte ore al giorno e alcune della notte, e quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza aver avuto il tempo di rileggere e correggere.» disse Salgari.

I suoi nervi non ressero. La tragedia avvenne la mattina di martedì 25 aprile del 1911, Salgari lasciò sul tavolo tre lettere e uscì da casa prendendo il suo solito tram con in tasca un rasoio. Le lettere erano indirizzate ai figli, ai direttori di giornali, ai suoi editori.


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IRENA SANDLER

Irena Stanisława Sendler, da nubile Irena Krzyżanowska (Varsavia, 15 febbraio 1910 – Varsavia, 12 maggio 2008), è stata un'infermiera e assistente sociale polacca, che collaborò con la Resistenza nella Polonia occupata durante la Seconda guerra mondiale. Divenne famosa per avere salvato, insieme con una ventina di altri membri della Resistenza polacca, circa 2.500 bambini ebrei, facendoli uscire di nascosto dal ghetto di Varsavia fornendo ai bambini dei falsi documenti con nomi cristiani.

Irena Sendler annotò i veri nomi dei bambini accanto a quelli falsi e seppellì gli elenchi dentro bottiglie e vasetti di marmellata sotto un albero del suo giardino, nella speranza di poter un giorno riconsegnare i bambini ai loro genitori.

Nell'ottobre 1943 la Sendler venne arrestata dalla Gestapo: fu sottoposta a pesanti torture (le vennero fratturate le gambe, tanto che rimase inferma a vita), ma non rivelò il proprio segreto. Condannata a morte, venne salvata dalla rete della resistenza polacca attraverso l'organizzazione clandestina Żegota, che riuscì a corrompere con denaro i soldati tedeschi che avrebbero dovuto condurla all'esecuzione.

Terminata la guerra e l'occupazione tedesca, i nomi dei bambini vennero consegnati a un comitato ebraico, che riuscì a rintracciare circa 2.000 bambini, anche se gran parte delle loro famiglie erano state sterminate a Treblinka e negli altri lager.

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VALERIA SOLESIN

Valeria Solesin è stata una ricercatrice Veneziana e tra le prime vittime delle raffiche di mitra sparate dai terroristi che hanno seminato morte nella notte di Parigi il 13 novembre 2015 al Bataclan.

Valeria era laureata in sociologia, si era trasferita in Francia per continuare i suoi studi di ricerca sul ruolo della donna nella società odierna, si era concentrata sul come ci destreggiamo con difficoltà tra lavoro e famiglia. Era una volontaria di Emergency e da quando stava a Parigi il suo impegno sociale si era concentrato sui senza tetto.

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DON CARLO STEEB

Il fondatore delle Sorelle della Misericordia di Verona è un tedesco: Carlo Steeb, infatti, era nato a Tubinga il 18 dicembre 1773, primogenito di una distinta famiglia di protestanti in cui c’erano dei pastori luterani.

Carlo andò a Parigi per fare pratica commerciale e successivamente a Verona, dove era particolarmente fiorente l’industria della seta e della lana. Così imparò a parlare correntemente il francese e, con l’aiuto del sacerdote Sante Fontana, anche l’italiano.  A Verona Carlo fu subito colpito dalla fattiva carità della gente e decise di abbracciare la fede cattolica. In quei anni, il Veneto fu teatro della guerra tra Napoleone e gli austriaci e lo Steeb si offrì per assistere i feriti negli ospedali e i prigionieri nelle carceri. 

Nel 1812 venne incaricato di insegnare francese ai chierici del seminario.  Ma tre anni più tardi, sconfitto Napoleone, questa lingua fu sostituita dal tedesco. Ai seminaristi si aggiunsero le alunne del collegio femminile detto “Agli Angeli”.   

Lo Steeb, ottantenne e pieno di malanni, sopravvisse poco più di un anno. La morte sopraggiunse il 15 dicembre 1856. Prima di spirare, egli benedisse le sue suore raccomandando loro l’unione, l’obbedienza e l’amore per i malati .

Indirizzo

Educandato Statale Agli Angeli Verona - Via Cesare Battisti, 8 37122 Verona

Contatti

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